A COLLOQUIO CON DON STEFANO VARNAVÀ
Tappe e significati di un'esperienza musicale cristiana
(1957/I960)
"I MODERNI SPIRITUAL"
Sull'esempio di Père Duval e Suor Sorriso volli fare e portare
in giro come testimonianza prima, e catechesi poi, dei canti di contenuto
spirituale, ma con il modulo (la forma) della normale canzone profana.
Quindi strofa e ritornello: ritornello orecchiabile naturalmente, affinché
la musica veicolasse le parole e il loro contenuto.
Qui c'è stata la prima reazione di un certo ambiente cattolico!
Eravamo all'epoca della Messa in latino. Anche le letture della Messa
dei catecumeni erano lette in latino. Gli unici canti in italiano erano
quelli alla Madonna, che venivano cantati durante le funzioni mariane,
che allora erano, fortunatamente, svincolate dalla Messa (E' l'ora che
pia - Nome dolcissimo - Dell'aurora - ecc.). A questi si aggiungevano
altri canti eucaristici per i momenti di devozione e adorazione alla Santa
Eucarestia (T'adoriam ostia divina - Inni e canti - ecc.).
Si capisce, come sentendo dei canti con contenuti spirituali cantati al
modo delle canzoni profane, parecchi cristiani, soprattutto preti e religiosi,
rimanessero "shockati": non tenevano presente che questi canti
non erano destinati ai momenti liturgici, ma avevano la finalità
di essere una testimonianza negli ambienti profani.
I primi canti furono musicati dal Maestro di Legnano che aveva già
fatto delle musiche per quel gruppo di Legnano che diventò poi
famoso per le sue commedie in dialetto: "I Legnanesi” .
Sulle musiche del Maestro Cerelli, io mettevo dei testi cristiani di testimonianza.
Poi, io stesso, ho incominciato a comporre testi e musica (vedi il fascicolo
"Moderni Spiritual").
Per poter estendere questa testimonianza ho inciso, sempre con la collaborazione
del Maestro Cerelli, i primi dischi a 45 giri cantati da Franco Sibilla:
questo mentre ero assistente all’Oratorio di Vergiate (Varese).
• Una piccola parentesi: la Pro Convitata Cristiana ad Assisi, promuoveva
ogni anno una rassegna della canzone religiosa. Ho partecipato ad essa
un anno vincendo con la mia canzone "Ballata del nordista".
Nel frattempo le Case Editoriali Cattoliche Italiane, che non credevano
molto a questo esperimento, continuavano vendere il materiale che veniva
dalla Francia, ovviamente in francese.
Comunque ho continuato, dal 1957 in poi, a "girare" con un
gruppo di giovani musicisti (piano, contrabbasso, batteria, xilofono)
e un coro. Tutti dilettanti ma con buone capacità, e soprattutto
con spinto di sacrificio, perché gli spostamenti, allora, non erano
così agevoli come adesso. D'altra parte, per me, coinvolgere i
ragazzi dell'Oratorio e dei paesi vicini era uno dei modi d'aggregazione
e formazione cristiana che di solito si deve far sorgere negli ambienti
cattolici e parrocchiali.
(196O/l970)
Trasferito a Milano cercai di coinvolgere le Case Editoriali Discografiche
in questo tentativo di comporre delle canzoni religiose. Ovviamente mi
guardavano con occhi "straniti": fare delle canzoni religiose?
Allora ho seguito la strada dei rapporti personali!
Ho cercato di parlare direttamente con gli interpreti di allora, ma occorreva
un "carta di credito musicale"! Fortunatamente per me i giornalisti
Augusto Pozzoli e Luciana Alagna organizzarono alcune interviste sui giornali
e sui settimanali (sulla "Notte" di Milano il titolo “Un
prete cantautore'), che da una parte incuriosirono il pubblico milanese,
ma dall'altra “impensierirono" la Curia milanese (Don Giulio
0ggioni poi Vescovo di Bergamo, un giorno in libreria mi disse: "Sì,
sono delle belle canzoni, però ricordati di fare il prete”...)
Una buona occasione mi venne dalla scrittrice e giornalista Lidia Capece.
Scriveva i testi delle commedie, per ragazzi, che venivano regolarmente
presentate all'Angelicum di Milano sotto la direzione e con la collaborazione
di registi famosi come Romolo Siena, Gagliardelli, Piero Gaslini, e con
giovani attori esordienti (Giuseppe Pambieri, Mario Piave). La signora
Capece mi chiese di fare le colonne sonore di tali commedie. Me le chiese,
per le sue, anche Bruno Paltrinieri.
Alcune di quelle commedie furono riprese in TV e così riuscii ad
avere la mia piccola "carta di credito musicale" presso le Case
Editoriali Musicali come la EMI, la Ricordi, La Curci, Il CLAN.
A questo punto continuai a battere sul mio solito "chiodo":
far fare da loro anche delle canzoni spirituali.
Ebbi contatti con Giorgio Gaber, Domenico Modugno (al quale proposi la
canzone: "Se due sposi si tengono per mano"), Sergio Endrigo,
Mina (particolari dell'incisione di "Moliendo Café”),
Celentano (mise sul retro di un suo "45 giri”, il canto "Chi
era Lui"), Giovanni D'Anzi, Memo Remigi, Giulio Rapetti detto Mogol.
Tutte queste persone erano dapprima incuriosite, ma poi sempre più
interessate al problema religioso.
Con loro gli argomenti di colloquio e anche di discussione, non erano
tanto quelli musicali ma quelli religiosi. Erano assetati di Dio: non
del Dio padrone, ma del Dio Padre!
Per loro il messaggio di Gesù diventava davvero la Buona Novella.
Tutti provenivano da ambienti cattolici molto conservatori dove imperava
quella concezione pietistica della
vita secondo la quale Dio è sempre presente nella quotidianità
non come gioia, non come invito a godere la vita. ma come "Entità"
opposta alla vita terrena, al mondo, che contrapposto al Regno di Dio
diventa essenzialmente un mondo di peccato.
Facendo vedere il vero messaggio di Gesù cadevano tantissime 'barriere",
e la figura di Gesù diventava per loro qualcosa di grande, di personale,
com'è capitato a Celentano che ho seguito nella sua cosiddetta
"crisi religiosa". Per conoscere meglio Gesù, che lo
aveva affascinato, aveva incominciato a leggere un libro di teologia.
Gli ho detto: "Lascialo stare, prendi piuttosto questo!". Era
un libro dell'Editrice 'Vita e Pensiero", pieno di illustrazioni
sulla Palestina, corredate ognuna da una frase di Gesù. "Tienilo
qui sulla scrivania e quando hai un attimo di tempo guardane una pagina".
Le Parole di Gesù sono la premessa alla teologia, e non viceversa!
(197O/l980)
LA PRODUZIONE RELIGIOSA
Nel 1963, il Concilio era finito. La Messa si poteva celebrare in italiano.
Era ovvio che si producessero dei nuovi canti.
La casa Editrice Curci, per cui lavoravo, voleva che i canti fossero con
testo latino (quelli tradizionali come: "O Sacrum Convivium”,
“Domine non sum dignus" corredato dal rispettivo testo ritmico
italiano", così ho fatto i primi canti per incisi dai "Mnogaia
Leta" che cantavano nei raduni del "Movimento studentesco"
e di "Comunione Liberazione" e avevano anche incominciato a
incidere per la nascente "Rusty Record".
Contemporaneamente si diffondevano i Salmi di Gelineau tradotti in italiano,
e Giombini si accingeva a trasporre, sempre in italiano, e sotto forma
di canti, i Salmi della Bibbia.
LA MESSA BEAT
Nel periodo in cui sorgevano e si affermavano i "Beatles",
si diffondeva anche la musica beat. Giombini e il sottoscritto hanno fatto
una Messa con relativi canti in stile beat. Un esempio, il mio 'Gloria"
che si trova nella raccolta: "Canti della Gloria", editi dalla
Curci.
Nel 1964 avvenne purtroppo una deviazione di marcia. Mentre io cercavo
di portare fuori, di portare agli altri le cose di Chiesa, ecco che Giombini
e altri incominciarono a portare in Chiesa le caratteristiche musicali
extraecclesiali, tipo chitarre elettriche e batteria.
I canti che dovevano diffondere fuori dalla Chiesa il contenuto religioso
si limitarono a sottolineare e ad esprimere i contenuti della Messa anche
se veniva fatta dai giovani. Così il canto cristiano si è
sviluppato solo ed esclusivamente come canto dell'assemblea cristiana,
cioè si è "rientrati' in sacrestia per cantarsi addosso.
Io comunque ho cercato di portare un canto cristiano con problemi morali
e di fede negli ambienti lontani: anche in circoli socialisti e simili.
I NEGRO SPIRITUALS IN ITALIANO
Già in Seminario il nostro professore di canto e direttore dì
coro: Monsignor Delfino Nava, dì grande cultura antica e moderna,
ci aveva fatto cantare alcuni Negro Spiritual con il testo in italiano.
Ho pensato di rendere accessibili tali canti, di così singolare
contenuto religioso, anche al pubblico italiano, localizzando innanzitutto
il loro contenuto nei luoghi biblici cui sono ispirati, e poi insieme
a Adriana Costa ho costruito un testo italiano ritmico che rispettasse
la loro caratteristica espressiva. La Casa Musicale ECO, il Maestro Consonni
e il Maestro Ceragioli hanno realizzato, sia discograficamente che editorialmente,
tale prezioso lavoro in 6 dischi a 33 giri. Attualmente questi canti stanno
tornando in "auge" proprio perché il loro contenuto non
si limita ai soliti discorsi paraliturgici, ma spazia in tutti i luoghi
e momenti più caratteristici della Bibbia.
(1980/I995)
I CANTI GESTUALIZZATI PER I RAGAZZI
I ragazzi tendono sempre a una espressione "totale" dei loro
sentimenti: con lo spirito ma
anche col corpo.
i gesti, oggi, riescono a comunicare gli atteggiamenti umani più
profondi con maggior efficacia e immediatezza dei loro equivalenti segni
verbali.
Mi è risultato positivo, con l'esperienza di questi ultimi anni,
unire nel ragazzi, quando è possibile, la gestualizzazione al canto.
Il contenuto del canto si fissa nella memoria in modo più solido
e indelebile, e il ragazzo si sente più realizzato nell'esprimere
a sé, ai suoi piccoli amici e al mondo adulto che lo circonda,
ciò che sta vivendo con tutto se stesso in quella
circostanza.
In questi anni ho prodotto 7 fascicoli e relative musicassette di canti
gestualizzati per il tempo libero: "Insieme cantiamo e danziamo",
Rugginenti Editore e 4 fascicoli e musicassette per la catechesi e gli
incontri religiosi, sempre per la Rugginenti Editore; la maggior parte
di questi canti sono stati interpretati da (Gianfranco Beghi, Domenica
Regazzoni e Anna D'Amico.
IL GRUPPO DE "GLI INTERPRETI"
Come ho detto, fin dal I957 giravo con un piccolo gruppo di lettori,
suonatori, cantanti, presentando dei "Recital" che sono un refuso
di citazioni (recital) letterarie e musicali per illustrare un tenia religioso
in maniera calda.
Il gruppo de "Gli interpreti" era composto da Anna D'Amico (presente
da quasi 15 anni) che cantava per "Radio Maria" molte canzoni
come "Madonna nera, Vergine del silenzio, Ain Karin" e altre.
Con lei c'era Antonella Cucchi, sua figlia, che canta e suona la chitarra
classica mentre nella lettura c'era Bianca Maria Maria Diegi, la decana
del gruppo (presente da quasi 30 anni). Si tenga inoltre presente che
Anna D’Amico ha fatto "Sanremo" e "Canzonissima"
negli anni 59/61. Come cantante e tastierista c'era Simone Giorgi, che
da qualche anno aveva sostituito Gianfranco Beghi.
Questo gruppo è stato richiesto in tante città d'Italia:
Torino, Genova, Sanremo, Bologna, Roma, dove ha portato il suo messaggio
così definito dall'allora Vescovo di Como, Monsìgnor Ferraroni:
"E' un modo di pregare e riflettere forse un po' diverso dal normale,
è un modo di elevare una preghiera a Dio, per strade che non sono
le strade sulle quali siamo abituati a camminare, ma scoprire strade nuove
che conducono allo stesso traguardo è sempre bello".
(1995/2001)
“LE VOCI”, “I MAI PRONT”, “IL GRUPPO DI
ANNA MARIA” ED IL COMPLESSO
VOCALE “SAINT FRANCIS’ VOICES”
Agli Interpreti, che per motivi familiari e di salute hanno dovuto interrompere
la loro presenza nei Recital, seguono due gruppi ben distinti:
• "Le Voci" (Ileana Riva, Giovanna Berardi, Annaclara
e Silvano Rossato, Roberto Tabarrini e Gianfranco Beghi) che continuano
con i Recital. Particolarità tecnica: il gruppo esegue canti trascritti
a due-tre voci anche di estrazione classica, sempre inerenti al tema del
Recital.
• I "Mai Pront": gruppo che esegue brani folcloristici
milanesi, legati alla storia di Milano dal 18oo ad oggi (I° parte:
la storia di Milano nelle sue canzoni folk; 2° parte: la storia di
Mìlano dal 1900 al 1950; 3° parte: la storia di Milano dal
1950 ad oggi). Il gruppo (Ileana, Roberto e Stefano Cremoncini, Annaclara
Rossato, Giovanna Berardi, Roberto Tabarrini, Marino Marazza) ha nel suo
repertorio anche la "Messa in milanese" e "La madonna l'è
semper una mamma" (vita della Madonna raccontata e cantata in milanese)
e "Milano Cabaret", macchiette umoristiche milanesi.
• Il "gruppo di Anna Maria Calvano", intende riportare
i cristiani a un amore intenso e responsabile verso Gesù e la Madonna,
intento che era anche quello di Anna Maria Calvano, sequestrata a scopo
di estorsione e poi uccisa barbaramente. Questo intento di apostolato
usa soprattutto pubblicazioni di contenuto Scritturistico (I libri de:
I Proverbi, Sapienza, Siracide, Qoelet (in ordine di argomento), il Cantico
dei Cantici, i Salmi) e ascetico (Itinerario religioso per ritrovare la
pace del cuore, La saggezza nella Bibbia, L'ascetica oggi). Per rendere
più efficace la diffusione del messaggio evangelico, si è
affiancato al gruppo un complesso vocale formato da elementi del coro
parrocchiale di San Francesco d’Assisi al Fopponino.
• Il complesso vocale dei “Saint Francis’ Voices”
(Ileana Riva Cremoncini, Elena Mattessich, Giovanna Berardi, Lella Goy,
Anna Pellegrini, Roberto Tabarrini, Simone Giorgi e Roberto Penati) cura
la diffusione di un vario repertorio musicale, la registrazione in sala
d’incisione, e la realizzazione di CD con la stampa di fascicoli
musicali per: a) canti moderni a Maria (Mura di Nazareth e Così
cantò Maria); b) canti all'Eucarestia (Adoro Te devote, Veniamo
ad incontrarTi); c) canti del Vangelo (Gospel: Finché sei in tempo
e Ai fiori chiederò).
Nel campo musicale non bastano più le numerose “confessioni"
di tanti cantautori cristiani che devono raccontare la loro storia personale
talmente messa in primo piano da offuscare e trascurare quella di Gesù:
intimismo cristiano.
Attualmente si rende più marcato il desiderio di approfondire il
messaggio evangelico di Gesù Cristo mediato non sempre in forma
autentica da certi ambienti ecclesiastici e da certi suoi predicatori.
I ragazzi oggi vogliono sapere (tutto e non in parte) quello che Gesù
ha veramente detto.
C’è voglia di Vangelo
I canti non devono solo citare alcune esclamazioni scontate quali: Halleluia,
Gloria a Lui, ecc., ma spiegare e cantare in musica l'insegnamento di
Gesù. Viene automatico pensare al Gospel o Canto del Vangelo, ma
i vecchi Gospel riportano solo alcune frasi o citazioni del Vangelo, non
offrono dei veri insegnamenti. E soprattutto cadono nel genere folk. E'
troppo rilevante in essi l'aspetto folcloristico e scenografico da prendere
così il sopravvento sul contenuto evangelico (che quasi sempre
del resto è solo accennato).
Ecco perché ho iniziato a raccogliere, e anche a comporre, dei
canti in lingua italiana che presentino in forma ritmicamente vicina a
quella jazzistica, autentici ed estesi brani del Vangelo o Buona Novella
di Gesù.
La prima raccolta di Gospel e Spiritual moderni in italiano è titolata
"Finché sei in tempo", con brani di estrazione americana,
israeliana, francese e italiana. La seconda raccolta è titolata
"Ai fiori chiederò" e comprende anche alcuni Gospel e
Spiritual per bambini e ragazzi, perché è tale la richiesta
da alcune zone italiane.
E così mi accorgo di essere tornato all’inizio della mia
esperienza "I moderni Spiritual italiani" che è partita
nel lontano 1957.
|