1° SETTIMANA
2a
SETTIMANA 3a
SETTIMANA 4a
SETTIMANA 5a
SETTIMANA
1° LUNEDÌ DI QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12)
1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a
sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
2Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 "Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Il canto delle Beatitudini è antico quanto l'uomo. Lo troviamo
nell'antico Egitto 2500 anni prima di Cristo, nei salmi ebraici 1300 anni
prima di Cristo. Anche in Budda: 600 anni prima di Cristo. Ma è
solo nelle parole di Gesù che il significato delle Beatitudini
si allarga a tutto il sentire umano. Con Gesù non ci troviamo di
fronte a una speranza verso il futuro ma a una realtà immersa nel
presente: Beati voi adesso: Gesù va nelle profondità dell'animo
umano e sotto la crosta dell'apparente dolore o fastidio svela un giacimento
ricchissimo di gioie che, proprio perché non sarà mai tolta,
si chiama "Beatitudine".
Profonde le Beatitudini di Budda:
"Beati coloro che esprimono la propria sapienza in maniera cortese,
franca e veritiera." Quelli, cioè, che non buttano in faccia
agli altri la loro conoscenza, facendoli così sentire piccini piccini
e manchevoli.
"Beati coloro che si guadagnano il sostentamento senza arrecare danno
o pericolo ad alcun essere vivente". Gandhi specifica: non bisogna
uccidere poco alla volta col commercio disonesto.
"Beati siete voi quando adoperate tutte le vostre forze per disciplinarvi
e dominarvi". Mentre troppi adoperano tutte le loro forze per imporre
la disciplina agli altri e non a sé, per dominare gli altri e non
se stessi.
Beatitudini perfettamente in linea con l'insegnamento di Gesù!
1° MARTEDÌ DI QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con
che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere
gettato via e calpestato dagli uomini.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città
collocata sopra un monte,
15né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra
il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella
casa.
16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è
nei cieli.
Alcune connotazioni precise per essere veri uomini, seguaci e apostoli
di Gesù: essere il sale, essere la luce. Dare significato e sapore
a ogni cosa, a ogni circostanza, così la nostra presenza e il nostro
intervento saranno accettati, altrimenti rientreremo nel numero delle
persone insignificanti che non vengono prese in considerazione da chi
passa per la strada.
Lo stesso dicasi per la luce. La luce dà un senso di sicurezza
nel cammino: ti fa vedere dove mettere i piedi e per quale strada stai
camminando.
La luce è anche sinonimo di conoscenza. Se un cieco guida un altro
cieco, entrambi finiranno in un fosso. Il Cristiano deve essere luce per
indicare il vero cammino e per dare sicurezza e chi gli sta intorno. Due
finalità importanti per essere di stimolo nella società.
La timidezza non fa per il Cristiano. La sicurezza deve diventare sfrontatezza,
che è una dote che San Giovanni Bosco raccomandava ai suoi collaboratori.
Essere quindi consapevoli ed entusiasti della propria fede. Diceva sempre
San Giovanni Bosco: "il coraggio dei malvagi è fatto dall'altrui
paura. Siate coraggiosi e li vedrete abbassare le ali. Per fare del bene
bisogna avere un po' di coraggio, essere pronti a soffrire qualunque mortificazione,
non mortificare mai nessuno, essere amorevoli, con la disinvoltura, e
la dolcezza di San Francesco di Sales".
1° MERCOLEDÌ DI QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 17-19)
17Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son
venuto per abolire, ma per dare compimento. 18In verità vi dico:
finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà
neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi,
e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato
minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà
agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
E’ un brano che va suddiviso in due parti ben distinte. La prima
riguarda i 10 comandamenti, cioè la Legge. La seconda invece è
la premessa di tutto il discorso della Montagna, il discorso programmatico
di Gesù.
Nella prima parte Gesù dice che non abroga alcun comandamento,
ma ne approfondisce e ne spiega lo spirito.
Nella seconda parte invita a un atto di fiducia nei precetti (distinzione
tra la Legge e i suoi precetti). Chi non li saprà valorizzare e
li reputerà cosa da poco, sarà considerato minimo nel Suo
Regno, che viene detto “dei Cieli” per contrastare quello
terreno di Satana. Regno che però è già operante
in mezzo agli uomini. Anche a Pilato Gesù dirà “Il
mio Regno non è di questo mondo”. Il Regno di Gesù
è il Regno dei Cieli governato dal “Padre nostro che sei
nei Cieli”.
Gli Ebrei aspettavano un Messia che instaurasse su tutte le nazioni il
Regno teocratico di Jahwè. Ma Gesù non si proclama Messia
in questo modo. Da qui la sfiducia e anche lo scherno dei farisei e soprattutto
degli scribi, professori e lettori della cosiddetta Sacra Scrittura.
1° GIOVEDÌ DI QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 20-26)
20Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà
quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà
ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si
adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi
poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi
gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi
che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo
dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il
tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per
via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice
e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità
ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino
all’ultimo spicciolo!
Gesù continua a parlare del Regno dei Cieli: il Suo Regno non
è quello che si immaginavano gli scribi (interpreti della Scrittura
V,T,) e i farisei: il dominio degli ebrei su tutto il mondo nel nome di
Jahwè. E pronuncia una frase molto pesante. Nel regno dei Cieli
la Giustizia non sarà come la intendono gli scribi e i farisei
che si attengono alla lettera alla legge, ma non scendono allo spirito
della sua logica interna. Giustizia vuol dire dare a ciascuno il suo.
Date (o restituite) a Cesare quel che è di cesare, ma restituite
a Dio quello che è di Dio.
E qui comincia il confronto con la mentalità degli scribi, desunta
dalle loro leggi di origine mosaica. Uccidere: togliere la vita. Ma la
vita degli altri si può togliere anche parzialmente. Anche questo
è un po’ uccidere. Ad esempio: l’ira. Arrabbiarsi contro
qualcuno vuol dire scaricargli addosso delle vibrazioni negative che di
certo non gli fanno bene e che gli tolgono un po’ (o tanto) di forza
della vita.
Insultare (e qui c’è tutto un florilegio di epiteti più
o meno volgari) significa appioppare una valutazione definitiva a una
persona basandosi solo su un suo particolare comportamento, magari passeggero.
Il termine “pazzo” poi significa in modo irreparabile una
persona: qualsiasi cosa elle dica, non ha più alcuna credibilità.
Questo significa uccidere socialmente una persona.
1° VENERDÌ DI QUARESIMA
37Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù
levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga
a me e beva 38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua
viva sgorgheranno dal suo seno”. 39Questo egli disse riferendosi
allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era
ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
Coloro che credono in Gesù diventano come dei canali attraverso
i quali lo Spirito, e cioè la potenza, la sapienza, la lungimiranza
di Dio scende, li attraversa, e si distribuisce a quelli che stanno accanto
a loro. Ma questo avverrà quando Gesù, avendolo pagato e
ottenuto attraverso la Sua passione, potrà distribuire a chi vorrà
tale possibilità, e cioè la potenza dello Spirito. Lo Spirito
di Dio dimostra già le sue caratteristiche come Spirito di vita:
energia che con il suo impulso dà la vita ad ogni cosa e creatura.
Ma lo Spirito che Gesù darà ai suoi credenti ha una forza
psicologica, dinamica, che si trasmette dal credente agli altri con i
quali il credente viene a contatto.
Una forza quindi in più, che ha in sé le caratteristiche
della dottrina di Gesù, e la rende più comprensibile e più
accettabile da parte dell’individuo. Per questo viene anche detto
“Lo Spirito di Cristo”. Tutto questo esige però a)
una sete di verità (chi ha sete), b) un contatto personale con
Gesù (attraverso la lettura delle Sue parole o i segni dei Suoi
Sacramenti, c) una autentica assimilazione della Sua dottrina (e beve).
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